Il soffitto del Buongoverno 

Il buongoverno e l’amore per la patria sono i temi scelti dalla Comunità modenese per la decorazione del soffitto realizzato tra 1604 e 1608. Il programma iconografico fu suggerito da Giacomo Castelvetro, priore del Consiglio e umanista, ai pittori incaricati Ercole dell’Abate e Bartolomeo Schedoni.
Il buongoverno è personificato da Ercole dell’Abate attraverso la figura di Ercole Gallico che incatena gli uditori con la  Forza dell’Eloquenza; le qualità che deve avere un buon governo sono invece suggerite dalle Sette armonie greche di Bartolomeo Schedoni.
L’amore per la patria è evocato da Il sacrificio di Menecio Tebano dipinto da Ercole dell’Abate, che narra come Menecio decise di gettarsi dalle mura di Tebe per salvare la città e dalla tela di Bartolomeo Schedoni che dipinge Volumnia e i figli davanti a Coriolano nel tentativo di convincere l’uomo a non vendicarsi con i romani per l’esilio subìto. La fascia inferiore della decorazione con episodi della vita del patrono San Geminiano, figure allegoriche e telamoni, pur facendo parte del programma seicentesco, fu ampiamente ridipinta nel Settecento dal pittore Francesco Vellani.